Ieri non mi sono perso l’appuntamento di Report relativo ad un argomento che tocca noi del settore da molto vicino.
Buona puntata, ma ovviamente raccontata da un punto di vista abbastanza schierato…facendo nascere fantasmi che in realtà non sono generati o portati con se dal fatto che esistano Google o Facebook, ma semplicemente amplificati da questi.
Il phishing c’è sempre stato, le intrusioni anche, lo sniffing delle password su connessioni non protette anche etc etc…ma ora sul web c’è tanta massa e la conseguenza è semplicemente che l’ignoranza delle persone genera problemi facilmente evitabili con un po’ di accortezza.
Paradossale l’intervista al signore cui era stata indovinata la password perché banale ! Il messaggio che è passato è stato questo: “Gmail non è sicuro, hanno rubato l’identità bla bla bla” quando in realtà sarebbe dovuto passare altro, come ad esempio, “Non siate Utonti, la vostra sicurezza dipende da voi”.
Altra cosa fantastica il fatto della diffamazione…non esiste solo su facebook e chi vive il web lo sa 🙂
Per non parlare della notizia che Facebook può usare i tuoi dati per le inserzioni pubblicitarie. Niente di più vero, ma volete anche dire che è possibile scegliere questa opzione ?
Altra cosa importantissima di cui si era anche parlato al convegno gt durante la tavola rotonda il fatto che tutti si preoccupando di tenere Facebook e Google lontano dai dati in loro possesso quando ben più dati hanno i gestori delle infrastrutture di telecomunicazione…a cui Report a dedicato una breve domanda di circa 30 secondi 🙂
Non mi esprimo nemmeno sul caso della mamma che condivideva i video della figlia su YouTube o della ragazza che parlava del gioco su FB…se uno ha i soldi compra quello che vuole. Nessuno ti obbliga (esiste una cosa chiamata cervello).
Conclusione
Servizio senza dubbio interessante con la semplice speranza che apra gli occhi alle persone che fanno senza pensare, ma ricordiamoci bene che quello che avviene sul web avviene anche nel mondo reale ogni qual volta si firma qualcosa.
Condivido pienamente, forse si doveva puntare di più sul mostrare gli strumenti per arginare la condivisione di dati personali.