Non so se ricordate la campagna contro la disinformazione SEO e il bel post di dicembre 2012 relativo allo scandaloso potere di Google+. Beh io ricordo entrambi e oggi sfrutto una piccola provocazione di un collega per mettere in luce un fenomeno interessante e che credo possa essere di valore per tutta la community SEO.
Ne avevo già parlato con alcuni colleghi su Google+ di quanto alcune lotte in SERP sono solamente una sorta di autoerotismo e nella maggior parte dei casi solamente un gioco di stile. Per questo alcune di queste “chiavi” che si vanno ad analizzare sono a ragion veduta anche poco competitive, ma questa è un’altra storia.
Questo post non vuole essere critico e anzi ringrazio chi mi ha alzato la palla per la schiacciata perché da questo tipo di discussioni possono nascere davvero spunti di analisi interessanti e soprattutto confronto su quali siano i motivi che portano a ragionare in modo binario su alcuni fenomeni.
Lo ammetto mi diverto a fare del casino, ma non lo faccio mai con cattiveria. Giuro!
In sostanza il post spiega abbastanza bene la situazione e considerando voi lettori del SEO blog dei lettori avanzati lascio a voi fare le classiche considerazioni.
Alessandro durante il Gt Study di Brescia ha fatto una presentazione dal titolo “Incrementare l’appeal per bots e utenti in tempi di crisi” – Come sfruttare report e analisi per indicizzare al meglio il proprio sito internet – ed ha parlato di alcuni fattori di ranking. Durante la sua presentazione ha parlato anche di Keyword Density e durante la tavola rotonda è partita una discussione interessante sul significato di questa parola e sul fatto che in realtà questa non ha assolutamente alcun peso per come è intesa all’interno della valutazione delle pagine web.
Un articolo addirittura del 2005 ci spiega in modo abbastanza chiaro perché la Keyword Density non c’entra niente.
Per individuare nell’information retrieval l’applicazione di un concetto primitivo come la keyword density bisogna risalire agli anni sessanta, quando i motori di ricerca per come li conosciamo oggi non esistevano nemmeno ma alcuni semplici algoritmi per l’attribuzione di un peso ai termini erano già utilizzati in software di ricerca interni ad università e aziende.
Ovviamente è importante che un documento parli di uno specifico argomento e l’esempio che feci era relativo a patate e fragole. Di certo se io faccio un documento che parla di patate con molta difficoltà questo documento potrà avere un valore di rilevanza per fragole, ma se parlo invece di patate allora sarà sicuramente rilevante. Il punto è che è inutile cercare un “magic number” e continuare a parlare di “keyword density” e il mio consiglio da sempre è di scrivere con naturalezza.
Per chi ama le parole è uscito da poco un interessante articolo “Syntactc Ngrams over Time” proprio pochi giorni fa che merita sicuramente una lettura.
Proving people wrong has always been my motivation
Ok questo sottotitolo è il commento geniale di questo simpatico Scott! Provare una propria convinzione partendo dagli assunti sbagliati e valutando solo gli elementi che ci tornano comodi in quell’istante è una delle cose più lontane possibili dal procedimento scientifico di ricerca, analisi, sperimentazione, studio che può portare ad un risultato.
Andiamo per punti. Secondo Alessandro i fattori in gioco sono principalmente 2 a giudicare da quanto scrive.
1. il numero di cerchie è importante e aggiunge valore all’authorship
2. la keyword density è uno dei principali ingredienti del suo risultato
Possiamo dire dunque che l’analisi è molto chiara e semplice, ma ci sono delle cose da dire su questi concetti espressi.
Alessandro è passato da 200 cerchie a oltre 2000 in meno di 2 mesi. L’authorship è semplicemente il procedimento di verifica dei contenuti con l’account Google+ e la conseguente associazione della faccina in SERP. Se c’è e se tuttora esista il cosidetto “Author Rank” è tutto da dimostrare anche se dalle recenti dichiarazione sembra che stia diventando realtà.
Per sintetizzare l’authorship non è l’Author Rank; sono due cose diverse.
Dunque secondo questo post
“In aggiunta alla Keyword Density si può dire che l’authorship sia un grande fattore di ranking”
Che è un po’ come dire
“In aggiunta al Title si può dire che l’authorship sia un grande fattore di ranking”
o altre milioni di combinazioni che lascio a voi inventare.
Poi alla fine non si capisce perché vengano ringraziati Aleyda Solis e Rand Fishkin che per loro fortuna non saranno in grado di leggere questo post.
Andiamo un po’ in profondità
Se Alessandro ha ragione allora in base alla sua teoria ci sono principalmente 2 semplici fattori che determinano il suo risultato e dunque o esiste la keyword density o esiste l’author rank.
A me suona così strana questa semplificazione…voi che dite?
Andiamo ad osservare il post.
La prima cosa osservabile è la sproporzione tra le condivisioni sociali su Google+ e quelle sugli altri social network.
Andiamo a vedere come mai entrando in Google Plus e facendo una ricerca dell’url.
Trever McGhee #circletobeshared #sharedcircle #bestsharedcircle #circleoftheday #circlemeback
Fenomeno diffuso dello scambio cerche e +1
Fino alla creazione del mito
Ok credo di aver identificato il motivo della sproporzione tra valori social. Ale è un personaggio molto attivo su Google+ con tantissimi amici che hanno apprezzato moltissimo il suo contenuto.
Ora vorrei sapere se tutte queste persone conoscono l’Italiano! Vado a curiosare tra le persone che lo hanno aggiunto alle cerchie.
Me ne son guardati parecchi e devo ammettere che sono tutti SEO.
Questa prima breve panoramica ci mostra e dimostra 2 cose:
- il numero di +1 sulla pagina
- l’aumento vertiginoso delle cerchie in meno di 2 mesi.
Non ci spiega ancora però 2 cose:
- se c’è un fattore auhor rank
- se la keyword density ha influito
Andiamo dunque ad analizzare eventuali fattori non presi in esame. Confrontiamo il profilo di link dei primi 4 risultati in SERP.
Profilo di link dei primi risultati
Questo primo grafico arriva da Majestic SEO e mette a confronto i link dei primi risultati per la chiave “Ottimizzazione per i motori di ricerca” e risulta poco leggibile in quanto il risultato di Wikipedia ha un numero spropositato di BL rispetto agli altri. È stato ridotto il grafico all’ultimo anno per renderlo un minimo leggibile.
Andiamo a togliere la pagina di Wikipedia per avere dei grafici ancora più leggibili
Andiamo a vedere a livello numerico invece cosa ci dice Majestic
e cosa dice ahrefs
e cosa OSE
Lascio a voi un’analisi più approfondita del tipo di backlink per il vostro divertimento in quanto in questo post voglio solo identificare delle macro aree di osservazione.
Giochicchiando con gli operatori di google direttamente nel box di ricerca potete anche divertirvi maggiormente e scoprire link che nessuno ha scoperto 😀
Passata questa osservazione possiamo dunque dire che i backlink in questo caso non sono uno dei fattori a cui imputare il sorpasso.
I principali segnali sociali
Ok è opinione comune a molti che i segnali sociali non portino alcun vantaggio diretto.
URL | +1 | tweet | fb |
---|---|---|---|
http://seoblog.giorgiotave.it/seo | 179 | 138 | 89 |
http://blog.bizonweb.it/ottimizzazione-per-i-motori-di-ricerca/ | 195 | 2 | 9 |
http://support.google.com/webmasters/bin/answer.py?hl=it&answer=35291 | 34 | 7 | 39 |
http://it.wikipedia.org/wiki/Ottimizzazione_(motori_di_ricerca) | 4 | 14 | 78 |
Ci tengo a precisare che prendere in considerazione solo Google+, Twitter e Facebook non è il modo corretto di fare questo tipo di analisi, ma è verosimile pensare che siano i principali attori che in questo caso entrino in gioco.
I ripples del seoblog
I ripples di bizon
I ripples del PDF di Google
Per i 2 risultati mancanti non ottengo nulla nei ripples e quindi li ho omessi.
Quello che risulta ora molto curioso è la misera presenza di eco risultante dai 195 +1 che l’articolo di Alessandro ha ottenuto. Che cosa può significare?
La prima idea che può poi essere sbagliata è che ci sia un +1 secco e che l’URL sia specificata all’interno del post senza scaturire in una condivisione su Google+. Vediamo infatti l’anatomia del risultato condiviso
In sostanza l’URL passato all’interno del post su Google+ senza che venga parsato come link all’interno dell’anteprima molto probabilmente non rientra nei ripples e dunque il meccanismo di scambio cerchie non fa altro che piazzare un più uno sul bottone presente all’interno della pagina web senza fare condivisione. Insomma un Russo, un Pakistano e un Cinese che condividono un testo in Italiano…mi ricorda una di quelle barzellette dove i protagonisti erano sempre un Francese, un Tedesco e un Italiano…
Insomma tirando le somme:
- i link sembrano non entrare in gioco nella valutazione
- i tweet sembrano non entrare in gioco
- i like e share su facebook sembrano non aver voce in capitolo
- i +1 sono a livello numerico molto vicini, ma forse qualcosa potrebbero valere
- le condivisioni, +1 e link a tema sembrano non aver voce in capitolo.
Sembra un discorso di mera quantità piuttosto che di qualità intesa come la intendono i SEO. Correggetemi se sbaglio.
Mi è sembrato un po’ di ritornare al gioco delle Crikke che si fa su OkNotizie e mi son detto…ma ‘sta roba qua è consentita?
A me sa un po’ di qualcosa come lo scambio link o l’acquisto link. Qualcosa non lontano dall’acquisto di Follower, Tweet, Share, Like e Fan, ma forse mi sbaglio è solo networking. Quando si pensa che Google+ sia molto superiore a Twitter o Facebook nell’identificazione e valutazione qualitativa dei contenuti onestamente mi viene un po’ da ridere.
Per avere una conferma dunque sulla fattibilità di questa attività ho chiesto a dei Googlers e la risposta è stata in sintesi che:
Per quanto riguarda lo scambio cerchie/+1, ho dato un’occhiata al caso e non ci sembra niente che rientra nell’ambito spam.
quindi ragazzi dateci dentro e rendete Google+ un posto migliore ROTFL. A proposito, giusto per sentire anche altre opinioni, voi cosa ne pensate di questo tipo di manipolazione delle cerchie e dei voti?
Ma dunque la keyword density è la risposta
Quindi tutti si domanderanno ora…se quel risultato ha come unico valore maggiore il numero di +1 è veramente la keyword density il fattore che contribuisce a dare la stoccata vincente o in alternativa sono i +1.
Sarebbe davvero una brutta verità, ma l’analisi che potrebbe portare a questa buffa conclusione sarebbe un’analisi zoppa.
Quali possono essere altri fattori che determinano quel risultato?
- Complessivamente il sito di bizon sembra avere a livello di barretta verde un valore più alto.
- I link interni che portano all’articolo sono univocamente tematizzati con il titolo del post.
- L’URL del post contiene “ottimizzazione-per-i-motori-di-ricerca” e di conseguenza ogni singola istanza dell’URL condivisa caratterizza il contenuto della pagina.
- La pagina del SEO blog invece è un documento molto più ampio e di largo respiro e non necessariamente ambisce alla rilevanza per quel termine, ma copre un set più ampio di chiavi
Questi sono solo alcuni degli elementi che non possono essere trascurati se si vuole definire una regola e creare un mito.
Dire che quel risultato è lì grazie alla keyword density solo per giustificare a se stessi e lanciare la sfida è sicuramente un errore di valutazione che non va fatto.
L’errore principale in questi casi è di fare l’analisi su piccola scala e dunque ignorando quello che può essere lo stato reale del sistema applicato ad un numero elevato di situazioni. Cosa voglio dire con questo?
Voglio semplicemente dire che fare un ragionamento Causa – Effetto applicato ad un set ridicolo di dati è un suicidio. È un po’ come dire che ad esempio i risultati di Google sono peggiorati da un punto di vista qualitativo solamente osservando 1 set di 5 SERP diverse!
Ma dunque l’authorship è la risposta
Così come la keyword density neanche l’authorship è la risposta (che come detto prima non è neanche il termine più consono).
L’Author Rank in questo caso viene smentito anche dal singolo dato sulla base dell’affermazione fatta nel post che riduce ERRONEAMENTE questo valore di trust al mero numero di cerchie. Se fosse questione di cerchie allora non vedo perché il risultato del SEO blog sia sotto dato che il computo dice quanto segue.
Ma allora che cacchio è?
Quelli di Google direbbero che ci sono più di 200 fattori che possono determinare l’ordinamento dei risultati.
Io dico solo che basta analizzare i dati in modo più approfondito anche se da questo post è già possibile farsi un’idea.
Lo scandaloso potere di Google+
Come introdotto inizialmente già in precedenza su questo blog era stato evidenziato il grande potere di Google+ e in parte qui ne abbiamo una conferma, ma non tanto perché quel risultato scavalca quello del SEO blog, ma piuttosto perché ne scavalca molti altri che a parità di elementi hanno solo come unica differenza la quantità di +1.
Vi invito a valutare tanti altri risultati presenti in quella SERP e che hanno caratteristiche molto simili al post dai 195 +1 ad eccezione proprio di quei +1 😉
La conclusione
Sapete cosa penso di tutto questo?
Penso che dall’inizio alla fine abbiamo guardato il dato sbagliato semplicemente per aprire un dibattito dettato dalla provocazione di Alessandro su Google+ che ovviamente per divertimento ho colto subito.
Ci sono alcuni fattori che non vengono misurati quando si affronta l’argomento singola SERP, ma che sono molto più importanti e spesso impattanti. Un risultato non dopato generato da un contenuto apprezzato e non appositamente costruito per regnare su singola chiave, ma per ottenere un valore nelle memorie è un contenuto che per sua natura coprirà un set di chiavi molto più ampio di quello che può coprire un contenuto creato appositamente per una singola key.
Ogni persona che lo prenderà in esame lo valuterà a modo suo aggiungendo contesto e valore per una specifica e diversa chiave. Quello che voglio dire si esprime meglio con una singola immagine
C’è contenuto e contenuto! C’è il contenuto che può ambire ad un set limitato di chiavi e il contenuto che può ambire ad un set più ampio. Personalmente penso che sbattere la testa contro i muri faccia male.
Tralasciando le SERP invece c’è un numero che solitamente mi interessa ancora di più
La gara a chi ce l’ha più grosso onestamente è esilarante e ha davvero poco senso soprattutto se ottenuta nel modo che tutti possono osservare.
La cosa però più importante per concludere è che l’authorship non c’entra nulla e anche la keyword density non ha senso di essere considerata, anche perché non capisco il bisogno di comprare +1 e cerchie se davvero la densità delle parole chiave è così fondamentale.
C’è modo e modo di valutare i dati e quello giusto non credo sia di dopare un dato per rendere vera l’ipotesi iniziale.
Anche un bicchiere d’acqua può uccidere se all’interno ci infiliamo del veleno.
Dimenticavo…
Scambio cerchie e scambio +1 sono consentiti. Per Google: Chapeau.